Vocabully
Un vocabolario virtuale nato per spiegare le diverse tipologie di violenza digitale e per mettere l’accento su quanto peso abbiano le parole sbagliate.
Binge watching
"Binge watching", letteralmente “abbuffata di vision”, è il fenomeno che porta i ragazzi a guardare intere serie TV o programmi online senza mai fermarsi, neppure per andare a dormire. Non si tratta di un reato, ma porta disturbi del sonno, del comportamento, della postura e della vista.Daredevil Selfie
"Daredevil Selfie", letteralmente "selfie temerario", è la condotta di chi si fa autoscatti in situazioni pericolose ed estreme. La tendenza ha portato già alla morte oltre 150 persone dal 2014. Si tratta di pratiche del tutto sconsiderate, folli ed estreme che conducono, se non a veri e propri reati, a gravi atti di autolesionismo fino alla morte.Hate speech
"Hate speech", letteralmente "incitamento all'odio", è un termine che si riferisce a tutte quelle espressioni di odio, veicolate spesso dai social network o da WhatsApp. Può scattare il reato di diffamazione aggravata, non solo per il mezzo di pubblicità utilizzato, ma anche per le finalità di odio razziale perseguite dall’utente.Cutting
"Cutting", letteralmente "tagliare", è un termine utilizzato per fare riferimento alle forme di autolesionismo; effettuate di solito con lamette o piccoli coltelli per sfogare un disagio.
Generalmente si tratta di un elemento sintomatico che contribuisce a individuare una vittima di bullismo; altre volte si parla di "challenge autolesive" e, in questo caso, il “farsi male” viene mostrato online come forma di coraggio. Vince chi resiste di più.
Le conseguenze di queste “sfide” sono spesso drammatiche, nei casi in cui si tratta di una vera propria spinta al suicidio si potrebbe configurare il reato di istigazione o aiuto al suicidio.
Cyberbashing
"Cyberbashing", letteralmente "pestaggio informatico", è un'espressione che fa riferimento a quelle circostanze in cui un gruppo di coetanei si riprende mentre picchia o schiaffeggia un compagno.
Le immagini scattate, poi, vengono condivise su internet e chiunque può commentare e condividere ciò che ha visto. A volte si aprono discussioni e si consiglia la visione del video ad altri; in alcuni casi, invece, si invitano gli utenti a votare il video preferito e a far diventare virale la scena.
Si tratta di comportamenti gravi che innescano nella vittima reazioni forti e a volte drammatiche.
I reati vanno dalle lesioni, alla diffamazione aggravata fino al trattamento illecito dei dati personali e alle minacce.
A volte si traducono in veri e propri atti persecutori ai danni delle vittime prese di mira
Exclusion
"Exclusion", letteralmente "esclusione", è la condotta di chi esclude volontariamente un coetaneo da una chat; da un gioco interattivo; dalla lista di amici di un social network.
L’obiettivo è quello di mortificare la vittima, isolandola.
Non sempre queste condotte costituiscono reato, ma sono il primo sintomo di un episodio di cyberbullismo in corso.
Flaming
Il termine "flaming", letteralmente "in fiamme", indica una vera e propria battaglia verbale, fatta di messaggi offensivi e violenti.
L’obiettivo dei partecipanti è quello di suscitare la reazione dell’altro; in questi casi non c’è una situazione di vero e proprio dominio perché in genere le offese sono reciproche. Spesso, però, questo tipo di “battaglia” si sviluppa nelle chat o nei videogiochi interattivi in cui ad essere preso di mira è il nuovo entrato.
Quando gli insulti sono particolarmente duraturi e violenti si parla di "flame war", da tenere sotto controllo perché potrebbe tradursi in azioni nella vita reale.
I reati che si configurano in questi casi in genere sono minacce, diffamazioni e sostituzioni di persona, che potrebbero però sfociare in vere battaglie nella vita reale, traducendosi in lesioni personali dolose.
Gaming addiction
"Gaming addiction", letteralmente "dipendenza dal gioco", è la dipendenza da videogiochi, diventata ufficialmente una patologia.
A inizio gennaio 2018, infatti, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha incluso questo disturbo, definito anche “gaming disorder”, nella lista internazionale delle patologie e dei problemi correlati.
Il campanello di allarme deve scattare quando il ragazzo presenta questi tre comportamenti devianti:
mancanza di controllo sul tempo passato a giocare; priorità data al videogioco rispetto agli altri interessi della vita; proseguimento nel gioco nonostante le conseguenze negative dello stesso.
Questo disturbo potrebbe essere anche sintomatico di atti di bullismo in corso.
Il ragazzo, infatti, in genere non vuole uscire di casa e rapportarsi con i coetanei.
Grooming
Con il termine "grooming", letteralmente "strigliatura", si intende l’adescamento sessuale dei minori in rete.
All'inizio il predatore sviluppa una relazione di fiducia con la vittima; le chiede l’amicizia sui social, fa apprezzamenti, dimostra manifestazioni di esclusività, scrive messaggi intimi e la invita a mantenere segreta la relazione.
Se la vittima è indotta a inviare materiale pedopornografico al predatore, a suo carico si configura il reato di detenzione di materiale pedopornografico, che può sfociare in un reato di violenza sessuale o di atto sessuale col minorenne (qualora il predatore dovesse passare all’azione).
Harassment
Il termine "harassment", letteralmente "molestia", indica i messaggi offensivi, denigratori, molesti, inviati tramite messaggi in chat o sui social network. A differenza del "flaming" in questi casi esiste una situazione di dominio e di asimmetria di poteri, come nei casi di cyberbullismo.
L’autore per accrescere i propri poteri tenta spesso di coinvolgere anche i propri contatti/amici che spesso non conoscono la vittima, ma decidono ugualmente di partecipare all’aggressione online per rafforzare la posizione del cyberbullo, si parla in questi casi anche di "harassment" con reclutamento volontario.
I reati vanno dalle molestie, alla diffamazione fino agli atti persecutori.
Hikikomori
"Hikikomori", detto anche "social withdrawal", letteralmente "astinenza sociale", è una condizione caratterizzata dal completo isolamento.
Deriva dal verbo giapponese “hiku”, tirare indietro, e “komoru”, ritirarsi. È una sindrome molto diffusa tra gli adolescenti, che può portare al "cutting" fino al suicidio. Se la vittima è spinta da altri a suicidarsi si può configurare il reato di istigazione o aiuto al suicidio.
Impersonation
"Impersonation", letteralmente "impersonificazione", indica la violazione di un account; ovvero quando qualcuno decide di "rubare" la password di una persona e si sostituisce a quest’ultima; pubblicando frasi o immagini imbarazzanti.
Il divertimento consiste nell'umiliare la vittima, attirando l’attenzione dei compagni.
In questi casi, i reati sono: l’accesso abusivo a un sistema informatico, la diffamazione aggravata e la sostituzione di persona.
Outing and trickery
"Outing and trickery", letteralmente "uscita e inganno", avviene quando si invita qualcuno a dare informazioni intime (outing) che poi vengono registrate, salvate e condivise online dal cyberbullo. Oppure quando si invita la vittima a condividere segreti o confidenze imbarazzanti con l’inganno (trickery).
A volte, la persona viene anche minacciata; in questi casi i reati vanno dal trattamento illecito dei dati personali all’estorsione.
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